domenica 23 novembre 2008

La lotta paga, ma non bisogna fermarsi

di Giovanni Cocchi

DA DOVE SIAMO PARTITI
(D.L. 137 e piano programmatico):
In agosto il governo, in nove minuti, approva la finanziaria Tremonti, decidendo che alla scuola vengano sottratti 8 miliardi di euro e 130.000 tra insegnanti e bidelli. Gelmini ha il compito di individuare il modo di fare cassa.
Il primo settembre Gelmini ha svolto il suo compito e lo presenta al Governo che lo approva: grazie al decreto legge 137 la scuola elementare (tutte le classi) verrà portata a 24 ore e con un unico maestro.
Per "condire" ed "addolcire" il tutto inizia la campagna mediatica sulla positività di un'unica figura di riferimento, dei grembiulini e tutto il resto.
Questo decreto apre la strada ad ulteriori provvedimenti, contenuti in una bozza di piano programmatico: materne anche solo con orario antimeridiano, aumento del numero massimo di alunni per classe, sparizione dell'insegnante specializzato di inglese (riconvertendo tutti i maestri con un corsetto di 150 ore), piani di studio "semplificati" (cioè più poveri), chiusura delle piccole scuole di montagna....
Dall'apertura dell'anno scolastico iniziano le proteste, prima di genitori ed insegnanti delle elementari, poi di liceali e universitari dell' "Onda".
COSA ABBIAMO OTTENUTO (Legge 169 e nuovo piano programmatico):
Il decreto legge viene convertito in legge (n.169) tra le proteste, ma con significative variazioni, frutto delle nostre lotte:
La scuola elementare a 24 ore è prevista solo per le prime classi e scompare la possibilità di una scuola materna solo mattuttina.
Contemporaneamente viene rimandata la norma sulla chiusura delle piccole scuole e fermati (sospesi?) i tagli all'Università.
Ma le proteste non si fermano, così arriva la bozza di un nuovo piano programmatico nel quale sono previsti per la scuola elementare più modelli orari e viene esplicitamente detto che non ci saranno forme di doposcuola a pagamento e neppure gestite da educatori, ma che le 30 e 40 ore dovranno essere assicurate dai maestri statali di ogni scuola.
Ma le proteste non si fermano e così arriva la terza bozza (http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/bollet/200811/1118/html/07/allegato.htm) che dovrebbe essere approvata giovedì prossimo.
In tale bozza addirittura il maestro unico e le 24 ore (cioè quello che doveva essere la legge per tutte le classi secondo il DL 137, poi la legge solo per le prime classi nella Legge 169) diventano solo "una possibilità che può essere richiesta dalle famiglie", cioè i modelli scuola ufficiali restano le 27/30 ore ed il tempo pieno con due insegnanti (ma più sotto vedremo di che tempo pieno si tratta), ritorno del maestro specializzato in inglese (questa presenza di un'ora insieme al maestro di religione per due ore, secondo loro, porterebbe ad un maestro "prevalente" e non più unico...), mantenimento dell'attuale numero di insegnanti di sostegno, aumento del numero minimo di alunni per classe (cioè per formare una classe) e non più massimo (cioè sventate classi con anche 30 e più alunni).
A CHE PUNTO SIAMO
Come è evidente siamo a buon punto, rispetto alla situazione di sfascio totale iniziale, ma....
rimangono inalterati gli obbiettivi della finanziaria (risparmio di 8 miliardi sulla scuola) e, per quanto riguarda il tempo pieno l'indicazione dell'abolizione delle compresenze (senza le quali, ndr, non si può parlare di tempo pieno con uscite, recupero, ecc. ma solo di 40 ore a scuola).
La domanda legittima è: ma allora da dove li prenderanno quegli 8 miliardi? Dalle medie/superiori, dal Sud (indirizzando/imponendo là la domanda di 24 ore?). Non certo dalle private a cui è già stato assicurato che i loro tagli verranno reintegrati.
Infine (?) rimane sul campo l'indicazione (per ora solo una mozione, ma sulla quale ancora ieri Berlusconi si è dichiarato d'accordo nel portare avanti) delle discriminatorie classi-ponte per gli immigrati.
COME ANDARE AVANTI
Con una corretta informazione, raggiungendo chi ancora non è stato raggiunto (penso ad esempio alle scuole materne, solo in parte mobilitate), informando quello che la mobilitazione ha già ottenuto e quello che deve ancora ottenere, ricordando che anche con la Moratti e col Governo Prodi i tagli previsti dalle finanziarie, seppur già leggi, furono poi di fatto sospesi in seguito a forti battaglie per l'ottenimento degli organici (cioè degli insegnanti). E con la consapevolezza che se in una scuola saranno richieste 24 ore da parte di 15-20 genitori, si formerà una prima a 24 ore e ci saranno conseguenze anche per le altre classi (ad esempio cambio di insegnanti perchè l'individuazione dell'insegnante in più "soprannumerario" determinerà un rimescolamento degli insegnanti sulle classi; ad esempio perdita di ore di compresenza, ecc.).
E se la finanziaria non cambierà è proprio la battaglia sugli organici il prossimo lunghissimo fronte che ci aspetta.
Cioè:
1. PREISCRIZIONI (dicembre/gennaio o febbraio/marzo se verranno rinviate): bisogna che l'offerta formativa che le scuole presenteranno alle famiglie per le nuove iscrizioni siano le 30 e le 40 ore con le compresenze. L'offerta formativa viene deliberata (decisa) dal Consiglio d'Istituto sulla base della proposta del Collegio dei Docenti (il Dirigente scolastico può pensare quello che gli pare, indirizzare, minacciare, ecc. , ma non ha potere deciusionale). Perciò occorre premere sui Collegi e sui rappresentanti dei genitori eletti nei Consigli d'Istituto e di Circolo affinchè dichiarino di mantenere l'organizzazione attuale giudicandola la migliore per l'istruzione e la formazione dei bambini.
Occorre dare battaglia agli "Open day", cioè nelle riunioni di presentazione delle scuole: a quelle riunioni vanno tutti i genitori, anche quelli non ancora raggiunti da una corretta informazione e tutti ansiosi di scegliere il meglio per i loro figli. Bisogna saper spiegare anche a chi ha difeso istintivamente o per convinzione politica la riforma Gelmini che meno tempo scuola, un solo insegnante e programmi ridotti non sono certo il bene dei loro figli. Bisogna far vedere una forte determinazione al Dirigente perchè si attivi per richiedere con forza l'organico necessario.
Se il modulo per le preiscrizioni non tiene conto delle esigenze, va accompagnato da un modulo integrativo (che predisporremo) nel quale richiedere modulo e tempo pieno con le compresenze.
La pressione sarà ancora più forte se anche chi è già iscritto farà protocollare alla propria scuola la richiesta di mantenimento integrale del modello scolastico scelto e concordato con la scuola al momento dell'iscrizione in prima negli scorsi anni.
Insomma, le preiscrizioni devono diventare il "Referendum" contro le 24 ore ed una scuola povera e a favore di una scuola di qualità.
2. LOTTA PER GLI ORGANICI: a primavera verrà richiesto dai Dirigenti l'organico "di diritto". Occorrerà che i Consigli d'Istituto (e i Comitati dei genitori, gruppi di genitori, ecc.) vigilino perchè sia inviata come richiesta quanto necessario per soddisfare le richieste dei genitori (e non del Ministero, da cui è facile immaginare verranno pressioni e indicazioni al ribasso).
In estate e all'inizio della scuole occorrerà organizzare la pressione per avere quanto eventualmente (sicuramente) tagliato; è così da almeno 10 anni a questa parte; anche quest'anno gli insegnanti in meno sono stati integrati solo dopo le prime settimane di scuola, a seguito di una forte pressioni dei genitori e dei sindacati.
Infine questa lunga lotta che si svolgerà passando in gran parte per le sedi "istituzionali" (scuole, Dirigenze scolastiche regionali e provinciali, ecc.) va accompagnata e rafforzata ancora e sempre da manifestazioni dal basso, di vario tipo, per far vedere che non molliamo e vigiliamo, che vogliamo il ritiro degli 8 miliardi di tagli, l'unica dimostrazione vera che il governo ha deciso di annullare (e non solo sospendere aspettando tempi migliori e che noi ci sgonfiamo): ieri sono state le manifestazioni di piazza e le notti bianche, oggi le lezioni in piazza... Abbiamo già prossimi appuntamenti (il 29 con i ricercatori in Piazza Maggiore, il 19 dicembre con la Guzzanti....) e ne costruiremo altri, anche più riflessivi sui voti, sulla scuola che vogliamo, su cosa c'è veramente da cambiare per migliorare la scuola che abbiamo e che certo non è perfetta, figurarsi coi tagli....
CONCLUDENDO: abbiamo già ottenuto tanto, ma c'è ancora molto da ottenere e se molliamo rischiamo di perdere anche quello che abbiamo finora ottenuto (per dirla in termini scolastici: avete presente le vittorie di Pirro?).

mercoledì 29 ottobre 2008

La notte incantata

foto: akiller

Con la grande, luminosa, festante fiaccolata che ieri sera ha popolato il centro di Bologna abbiamo dimostrato che il nostro movimento è vincente da ogni punto di vista. Lo scandaloso decreto 137/08 non ha alcun futuro possibile, proprio come la maggioranza malavitosa che oggi lo ha voluto ad ogni costo convertire in legge.

Un viaggio per le scuole d'Italia

di Susanna Losciale, maestra.

Sulla scuola aggiungo le mie parole di insegnante di scuola primaria, ripeto e ricalco cose già dette da più riconosciute voci ma non vedo il motivo, se non per qualunquismo, di non aggiungermi adesso a un coro.
Dove i miei ragionamenti potranno risultare poco chiari dico subito che non so bene a quale dei miei insegnanti del nord e qualcuno del sud dare la colpa. Dove saranno più felicemente espressi, idem. Se ci penso poi della maggioranza di loro non ho mai pensato di domandare l’origine e nessuno in famiglia mi ha informata. E’ questo il motivo per cui non posso scaricare le responsabilità territoriali in fatto di formazione. Ricordo invece molto bene i miei insegnanti. Insegnanti e basta, senza distinzione di razza.

foto: akiller

Torno indietro nel tempo: sono in un paese del vicentino ed è il 1995.
Firmo il mio contratto e non senza qualche lacrima, non tanto di commozione quanto di timore per il mio futuro. Insegnante neoassunta, parto da Bologna la “grassa” ma anche la “dotta” luogo della mia formazione ed esperienza giovanile per andare a fare dell’educazione di base nel cuore del nord est. A Vicenza in una sera fra amici mi fu poi detto: “Io, per i soldi che prendi tu, non mi alzo nemmeno la mattina a prepararmi il caffé”: dal punto di vista economico mi fu subito chiarito (da un precursore dei tempi) quanto si considerasse il mio stipendio. E io, ingenua, replicai: “Per questo stipendio io ho preso il treno e mi sono trasferita e con questo stipendio torno a Bologna il fine settimana e vado al cinema Lumière, vado a visitare delle mostre, vado al loggione del teatro, mi compro dei libri in più. Vado anche a farmi “rapinare” dagli osti bolognesi la sera al Pratello con gli amici”.
Altri tempi naturalmente: nubile, in una Bologna un po’ meno faticosa. “Non di solo pane vive l’uomo”: ebbene oggi “digiuno” per obbligata virtù.
Il punto di vista economico sarebbe interessante farlo risaltare non tanto per piangere un po’ su situazioni note a molte famiglie quanto per sottolineare ancora, aggiungendo viva testimonianza, la difficoltà economica di un insegnante ad accedere alla formazione e all’aggiornamento. La formazione e l’aggiornamento continui dovrebbero essere diritto e dovere dell’insegnante. Il diritto arriva per la gioia di quanti, svolgendo un lavoro che tanta parte prende della vita personale tradotta in tempo effettivo, affettivo e mentale, desiderano svolgerlo in modo serio e professionale. Il dovere oltre che deontologico si pone a coloro che sentono di non averne bisogno.
C’era un bellissimo e ampio aggiornamento in storia l’ultima settimana di agosto: una settimana nelle Marche… nell’economia famigliare che peso avrebbe avuto? Certo si potevano scaricare dalle tasse 40 euro di iscrizione, cifra accettabile credo, ma tutto il resto … spostamento, pernottamento, qualche pizza e i libri che di certo si sarebbero comprati?
A settembre poi tutti all’aggiornamento in storia della matematica per soli 30 euro e due giorni a Bologna oppure a novembre tre giorni di convegno nazionale sulla didattica della matematica: studiosi e insegnanti, la teoria e la pratica da tutta Italia… interessantissimo, dovrebbe essere reso obbligatorio … ce la potremo fare?
Di corsi ce ne sono e certo bisogna saper scegliere: si sa anche che in materia di formazione si rischia di dar nutrimento a chi, avendo dei fondi a disposizione, pensa più a quelli che alla qualità della formazione. Paradossalmente rischiamo anche di pagarci fra di noi! Eppure molti insegnanti ci credono, vanno e ritornano a casa pieni di indirizzi ed esperienze fatte dai colleghi in situazioni svariate e con fantasia, magari cercano anche di applicare le conoscenze nuove. C’è chi si aggiorna stando nella propria città fra colleghi locali e così la spesa, se non si hanno altri aiuti, rimane quella della baby sitter: 8 euro per ogni ora di corso più il tempo degli spostamenti. Gli stessi poi a scuola, con gli allievi al seguito, dedicano parte del tempo, o lasciano perdere, a far funzionare computer e mouse smessi da qualche azienda e gentilmente donati alla scuola con programmi discutibili e non certo nuovi nemmeno ai bambini. Oppure cercano le aule attrezzate di scienze, i laboratori di immagine, le biblioteche moderne, eccetera eccetera.
Ma se queste parole sulle questioni di formazione e aggiornamento, di architettura scolastica e di sussidi, che concorrono alla qualità del processo dell’insegnamento – apprendimento in tutta Italia sono così note e scontate perché il Ministro si dedica con tanta passione ai grembiulini? Mettiamo pure i grembiulini ai bambini se le fa piacere, sono anche carini così, in divisa come dei piccoli inglesi. (Mia mamma mi metteva un bel grembiule con il colletto di pizzo … anche i grembiuli non sono tutti uguali e non ci livellano! C’è poi il senso di appartenenza alla scuola che non lo fa il grembiule ma le iniziative aggreganti. Quale appartenenza? Il senso di appartenenza alla scuola italiana? Divise o grembiuli con stemmi regionali? Colorati per Regione, chessò verdi per il Veneto? … beh, veda il Ministro!).
Sfoltiamo immediatamente la questione senza perderci troppo in questioni ideologiche sul significato del grembiule: le nostre menti sarà meglio che si impieghino su altri versanti ideologici.
Grave il fatto che un Ministro non si ponga in ascolto di tanti genitori, studenti, insegnanti e mondo intellettuale e tutti si sono chiesti qualcosa sui suoi interessi specifici e conoscenze in tema Scuola, sulla sua capacità di analisi e di interpretazione dei dati e di conseguenza sulla motivazione del suo mandato che, fra l’altro, le conferisce uno stipendio per pensare e quindi dire e agire in modo efficace e democratico. In qualità di insegnanti abituati nel quotidiano a praticare la tolleranza, e non senza sofferenza, possiamo volentieri esprimergliela accentando il fatto che come persona si possa dare l’impressione d’avere idee razziste e un ascolto non proprio democratico. Praticare un atteggiamento tollerante diventa decisamente faticoso in questo caso trattandosi di persona al servizio di un pubblico bene.
Scottano ancora un po’ anche le parole gettate dalle splendide e giustamente frivole alture di Cortina sulla necessità di formazione degli insegnanti meridionali. Ci sentiamo tutti presi in causa nel meridionalismo della nostra cultura italiana perché siamo stati oggetto di insegnamento e perché siamo insegnanti: passiamo dunque da anni, centinaia di anni, il testimone e immaginavo con orgoglio.
Le nostre scuole sono piene di insegnanti d’ogni provenienza. Meno male!
Gira voce che il Ministro abbia poi affrontato un certo esame al Sud piuttosto che al Nord e non si sa se per scarsa fiducia nelle proprie capacità o per l’aspetto qualificante della scelta. Cosa c’è di vero?
Non so quanto la situazione di oggi sia diversa da 13 anni fa quando arrivai nel cuore di quel Veneto dall'economia cavalcante, proprio quello che Santoro veniva a visitare con le sue telecamere trovando sulla porta delle scuole l'indice, il medio non era ancora di moda,dei direttori didattici a scacciarlo. Quella parte di Nord, meno nobile già allora, accoglieva la maggioranza degli insegnanti che poteva avere con il cartello “Fuori gli insegnanti terroni dalle nostre scuole” ma era incapace di sostituirli con insegnanti locali perché se ci fossero stati sarebbero già stati là a costituire naturale barriera all’immigrazione.
Il dono degli insegnanti agli studenti è quello di permettere la scelta e non di incanalare, di far conoscere la pluralità delle strade e delle comunicazioni. La pluralità dell’essere.
D’altra parte come alunna di un nord più a nord del Veneto anch’io ho dei ricordi di insegnanti del nord bravissimi e poi di colleghi veneti veramente capaci e scuole molto ben condotte e organizzate a più livelli, ho imparato molto anch’io … e allora? Stupirmene lo troverei offensivo. Ho questi ricordi e ne ho altri molto diversi, come tutti.
L’analisi e l’interpretazione dei dati sul rendimento potrebbero dare un respiro più amplio non solo rispetto alla questione nord e sud ma anche rispetto al confronto europeo.
Mi viene spontaneo notare che il punteggio medio degli studenti in Veneto sulle competenze in matematica è 510: si distacca da soli tre punti dal Friuli e dalla Provincia di Bolzano: chi sono quegli insegnanti che hanno preparato i nostri studenti veneti? Un gruppo scelto locale o… insegnanti. Se i docenti del sud operanti al nord non sono riusciti ad abbassare più di tanto la media ma hanno nei fatti contribuito ad alzarla mi domando in che cosa consista il divario col nord. Se poi sono sempre gli stessi docenti, dissuasi dal fermarsi e tornati a casa, a continuare allo stesso modo il lavoro al sud e a preparare nostri figli mi chiedo perché i risultati diano medie più basse. Bisogna indagare le cause che evidentemente non stanno nelle persone.
Mi offro, Ministro, per fare un giretto per l’Italia dal nord al sud passando per Reggio Emilia, per cercare di andare a vedere scuola per scuola le strutture, le possibilità e le realtà socio-culturali dei nostri studenti italiani e italiani acquisiti, e fare delle eccellenze l’esempio.
Propongo di viaggiare e cercare di capire di che cosa hanno bisogno insegnanti, studenti e genitori perché la loro non diventi “una guerra fra poveri” alla ricerca delle responsabilità più vicine, più facili e comprensibili sulla sfiducia degli studenti, sul problema del bullismo, sul disamore per l’istituzione scuola dalle diverse parti. Va ristabilito il dialogo fra le parti in gioco nella scuola, dalla Dirigenza all’allievo, dando luoghi, tempi e specialisti per condurlo in modo finalizzato.
Tempo fa lessi l’intervista ad un giovane scienziato bolognese (del quale, chiedo venia, non ricordo il nome) e ben ricordo come riconobbe e onorò i nostri insegnanti così come, molto serenamente, commentò la fuga dei “cervelli” all’estero e la sua: egli aveva usufruito dell’alta formazione in Italia e dall’Italia se ne andava già qualificato a dimostrazione del fatto che qui docenti in grado di trasferire sapere ci sono. Il suo lavoro aveva però bisogno di possibilità economiche per la ricerca, laboratori e strumenti. Siamo sempre lì. Non è che magari all’estero sono i nostri insegnanti a formare così bene quegli altri studenti dalla media così alta? Naturalmente scherzo.
Difficile trovare l’origine della nostra personale sapienza o ignoranza dal momento che la costruzione stessa della personale identità non solo ha principio collettivo, la memoria storica e personale così bene annodate, ma essa stessa è oggetto di continua trasformazione. L’identità è qualcosa che ha a che fare con i Sacrari di guerra visitabili ai nostri confini e con i nuovi confini che la geografia umana sta disegnando. Mi domando anche come verranno premiati gli insegnanti non sfaticati: quelli di buona volontà che con pochi strumenti fanno del loro meglio raggiungendo risultati magari appena evidenti a livello nazionale ma fondamentali nel contesto ovvero portando la maggioranza dei loro studenti all’istruzione di base e alla sufficienza o quelli che lavorano in scuole ricche che possono documentare esperienze notevoli in classe o che, “ricchi di famiglia” e baby sitter, seguono aggiornamenti in loco e anche fuori regione? Chissà se Don Milani sarebbe stato fra quelli premiati.
La categoria, esattamente come tutte, comprende lavoratori più o meno interessati e non c’è molto da stupirsi che le esperienze fatte e ricevute siano disparate … come per i medici ci sono quelli senza frontiere, quelli in prima linea, quelli di base, gli specialisti e gli specializzati e gli imboscati. Quelli aggiornati, quelli autoprodotti, quelli incapaci, quelli che… l’ultimo aggiornamento risale alla gioventù perché “tanto si dicono sempre le stesse inutili cose” e non si informano quindi non tanto per questioni pratiche ma per volontà. Con spirito positivo questi ultimi vanno rimessi in moto.
Quanto alla riforma della scuola ricordo che è in corso quella dei programmi di studio e ha già preso tanta energia e investimenti economici per informazione e formazione. E’ una proposta di riforma interessante, costruttiva e supportata a livello di pensiero filosofico: la qual cosa non guasta perché, non intravedendo aperture economiche prossime per i nostri futuri lavoratori, sarà meglio puntare sulle risorse intellettuali e utilizzare i beni culturali esistenti e per far questo non si può far altro che puntare sull’educazione del cittadino globale su “menti ben fatte piuttosto che piene”. Gli insegnanti si augurano che ogni nuovo Ministro non si senta in obbligo di lasciare il proprio odore sul territorio pensando ad una nuova riforma: siamo stanchi di reinventarci, lasci dunque quella esistente compiere il proprio atto e i tecnici lavorare, se ci sono ancora, anche per non investire altro tempo e denaro nella stessa cosa, ci si occupi invece informare tutti i cittadini sul contenuto della riforma, di fare quella passeggiata per le scuole d’Italia, ascoltare insegnanti, genitori e studenti, portarli al dialogo e finanziare formazione per tutti continua, diffusa e controllata (chi forma chi), magari scuole estive di formazione così non si penserà che gli insegnanti siano anche così fessi da desiderare lunghe vacanze insostenibili con il loro stipendio e proprio nei periodi più cari dell’anno. Ci vogliono strutture e ricerca. Ci vogliono libri didattici, specialistici e non, di attualità per insegnanti aggiornati e sale insegnanti dove “nel tempo libero” essi possano incontrarsi, scambiarsi commenti, progettare, sostare e informarsi, correggere i compiti o fare da luogo d’ascolto e aiuto a genitori e allievi. Ci vogliono stipendi equiparabili alla media europea perché, come diceva mia nonna siciliana, “non si fan nozze con i fichi secchi”.
Uno Stato che rinuncia a finanziare la sua scuola magari a discapito di altri Ministeri e ne incentiva la privatizzazione ha già accantonato l’idea di un proprio libero progresso e di futuro dei giovani che adesso davvero non avranno più nulla da perdere e lotteranno al grido di “Io non ho paura”.
Come statali e funzionari pubblici ubbidiremo. Delle decisioni prese sulla scuola, il più potente Ministero per una Nazione, noi cittadini faremo oggetto di giudizio. Daremo poi il voto in condotta a tutti così come piace al Ministro però … ai grandi per primi e ai piccini solo di seguito.

sabato 25 ottobre 2008

Veglia in difesa della nostra scuola

Mentre in Senato, senza discussione, si cerca di convertire in legge il decreto Gelmini, i bambini, i genitori e gli insegnanti della scuola elementare si raccoglono in piazza Maggiore, a Bologna.
Martedì 28, dalle 18,30 alle 21,30 della sera, teniamo una festosa fiaccolata, con animazione per i bimbi e passeggiata nel centro cittadino, per fermare il decreto.
Portate lampade tascabili, candele e giocattoli luminosi.

mercoledì 22 ottobre 2008

Scuola di Polizia

foto: Akiller
La cosa è nota: questa mattina in diretta radio televisiva il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha anticipato che darà "istruzioni dettagliate al ministro degli interni" perché sia mandata la polizia a reprimere le iniziative di lotta e di protesta degli studenti e dei ricercatori nelle univeristà e nelle scuole superiori.
C'era da aspettarselo, nel senso che è un'intenzione compatibile con l'impostazione complessiva che il governo al potere dà o cerca di dare al sistema delle relazioni intersoggettive, all'insieme delle relazioni sociali. Nulla è più unico, univoco, inequivoco della violenza.
A fronte della totale irresponsabilità di chi oggi detiene il potere, come cittadino, come genitore e come insegnante faccio appello ai funzionari delle forze dell'ordine di ASTENERSI DALL'ESERCIZIO DELLA VIOLENZA e di non colpire i nostri ragazzi e i nostri colleghi.

venerdì 17 ottobre 2008

15000 fantasmi assolutamente visibili

La notte bianca di Bologna, 16/10/2008

Comunicato stampa di Assemblea delle scuole


I numeri – Dai 35 genitori del paesino montano di Tolè (51% delle famiglie con figli), fino ai 3000 in piazza a piazza di Casalecchio, passando per gli oltre 10000 presenti alle iniziative in città, genitori, nonni, bambini, insegnanti e cittadini hanno ieri dato vita alla più straordinaria, allegra, creativa, determinata, inimmaginabile, varia e variopinta manifestazione collettiva in difesa della scuola pubblica che questa città abbia mai visto.

Cosa abbiamo fatto – Semplicemente, come comunità scolastiche, abbiamo tenute aperte le nostre scuole contro chi ce le vuole chiudere, ne abbiamo dilatato i tempi contro chi ce li vuole ridurre, abbiamo fatto i laboratori contro chi non ce li vuole più far fare, abbiamo discusso ed informato contro chi ci vuole ingannare, in una parola abbiamo fatto e difeso la scuola della repubblica, di tutti per tutti e per ciascuno.
Lo abbiamo fatto all’interno delle scuole con decine di assemblee e centinaia di laboratori, cenando insieme e ballando, cantando, giocando fino a mezzanotte ed in alcuni casi anche dormendo insieme.
Lo abbiamo fatto fuori dalle scuole, rendendoci visibili e udibili alla città con cortei e parate che hanno attraversato i quartieri della città e le piazze dei comuni della provincia.
Lo abbiamo fatto tutti insieme, senza limiti d’età e provenienza geografica, scoprendo che la Gelmini ha compiuto un miracolo che neppure la Moratti era riuscita a fare: ha unito in un’unica forte e determinata protesta le scuole materne, le elementari, le medie, le superiori, l’università.

Le emozioni – a chi già ci chiede cosa faremo ora, chiediamo noi di darci almeno qualche ora di tempo per smaltire e depositare le emozioni che attraversano ciascuno di noi che ha vissuto questa straordinaria esperienza collettiva. Qualunque cosa d’ora in poi succederà, e noi ci batteremo perché succedano solo cose belle, niente ci toglierà tutto quello che abbiamo vissuto in tante scuole, in tanti quartieri, in tanti paesi in questa notte bianchissima e nei giorni che l’hanno preparata. Tutti dovranno fare i conti con questa grande presa di parola collettiva di persone diverse che si stringono insieme a difesa del bene comune più importante: la scuola cioè l’uguaglianza, l’educazione, l’istruzione ed il futuro delle nuove generazioni.

I ringraziamenti – Ai nonni ed ai centri anziani che ci hanno fritto le crescentine ed offerto la mortadella, ai più di cento artisti che ci hanno allietato, ai Sindaci. ai Presidenti di quartiere, ed agli Assessori scolastici che ci sono venuti a trovare, alle giunte Comunali che hanno aderito alla notte bianca...

Cosa faremo, come sempre, lo decideremo insieme, ragionandone insieme davanti alle scuole ed in rete e convocando a breve la prossima assemblea. Cercheremo di deciderlo insieme alle altre città e realtà, inviando nostri delegati all’assemblea nazionale a Roma del 18, convinti che l’opposizione alla misera scuola che si vuole imporre debba passare attraverso la costruzione di scadenze nazionali comuni, come la stessa notte bianca, condivisa ieri da centinaia di scuole in tutta Italia, ha saputo dimostrare.
Sicuramente la giornata di ieri ci renderà ancora più forti e determinati, sicuramente continueremo ad informarci ed informare perché i 15000 fantasmi di ieri, i genitori, cittadini ed insegnanti che ieri hanno abitato tutte le scuole ed aleggiato in tutte le zone della città e della provincia hanno dimostrato che la conoscenza e l’informazione sono contagiose.
Sicuramente non ci fermeremo, almeno fino a quando anche a Tolè saremo riusciti a raggiungere ed informare tutte le famiglie.

I portavoce stampa dell’Assemblea genitori insegnanti delle scuole di Bologna e provincia

Seguono elenco iniziative e numero dei partecipanti (il totale dei partecipanti alle iniziative finora censite è di 14.235)

BOLOGNA

IC 1 – 500 partecipanti
passeggiata adulti bambini da piazza Capitini alle scuola Dozza - 17,15 “la scuola che non vogliamo perdere”, riflessioni di un’insegnante – mentre i bambini giocheranno nel pratone - poi tutti all’iniziativa pubblica del quartiere Borgo Panigale
Scuola Dozza dalle 20.30 alle 23.00 proiezione del film "L'amore che non scordo" a cui seguirà confronto e scambio di idee.

IC 2 – 200 partecipanti
Il Comitato Genitori delle Scuole dell’Istituto Comprensivo 2, in collaborazione con il Quartiere Reno ed il Quartiere Borgo Panigale dibattito “quattro chiacchiere in tema di istruzione”

IC 3 Lame - 600 partecipanti
attività alle scuole Bottega + corteo dalla scuola all’Ipercoop Lame

IC 5 – Quartiere Bolognina -500 partecipanti
Partecipazione delle scuole del quartiere ad un corteo-passeggiata con pentole e mestoli lungo le vie della Bolognina.

IC 7- 500 partecipanti
merenda insieme nel parco e punto informativo - Giochi nel parco – laboratori – film - Cena insieme pizza per tutti (ordinate 200 pizze) - Ore 21.00 Vito ha raccontato vita e miracoli del maestro unico... e a seguire musiche e danze: tarantelle, pizziche e tammurriate

IC 8 scuola primaria Longhena - 300 partecipanti
16.30 Trio Leuterius 18.30 laboratorio scientifico “Nuvole… a scuola” curato dai ricercatori ISAC precari del CNR - Banda Roncati - proiezioni video -
Dalle 16,30 alle 19,00 assemblea - In contemporanea i "laboratori che non avremo", condotti da genitori con la collaborazione di giovani scout- dalle 19 MATTEO BELLI legge ai bambini - pausa cena - film "L'amore che non scordo" e dibattito - concerti di musica varia – permanenza notturna

Scuola Guinizzelli - 100 partecipanti
dalle 19 alle 23 abbiamo organizzato una assemblea con insegnanti e genitori; a seguire cena aperta a tutti.

IC 10 - 500 partecipanti
Scuola media Besta, dalle 17,30 alle 24 - Comitato Genitori IC 10 – Personale docente e non docente Presidente del Quartiere S. Donato

IC 11 - 500 partecipanti
quartiere S. Donato - Parata nelle strade del quartiere, poi assemblee nelle scuole fino alle 23 -

IC 12 - 250 partecipanti
corteo delle materne ed elementari Marella, Viscardi e della media Farini

IC 13 non ancora pervenuto
Scuola Pavese: assemblea dalle 21 alle 24

IC 14 scuole Volta non ancora pervenuto
dalle 18 alle 21 tutti assieme, compresi i ragazzi, a scuola
assemblea genitori e docenti della scuola elementare Mazzini e della scuola media Volta - pizza (da asporto) per tutti… - poi, corteo di genitori, insegnanti e ragazzi verso le scuole elementari Lipparini DD 11 che si sono uniti al corteo, con gli alunni dei due istituti mascherati da “fantasmini”, e genitori “armati” di torce, fischietti, coperchi di pentole, ecc. Al corteo si sono aggiunti gli studenti medi del Copernico, occupato in giornata

IC 15 scuola Croce Coperta - 250 partecipanti
dalle 18 alle 21 per discutere "il futuro della scuola in Italia", a cui erano invitati genitori, insegnanti e dirigenti

IC 15 scuola Dozza - 50 partecipanti
assemblea dalle 16,30 alle 23

IC 16 - 500 partecipanti
Scuole Zamboni e Guido Reni
Al Quadriportico - Clown– tavoli con scacchi per bambini, ragazzi e adulti-
Improvvisazioni strumentali di studentesse e studenti delle sezioni musicali “Guido Reni” -Laboratori - aperitivo in musica con buffet e bevande -
danze e animazioni Alla Sala Silentium letture, interventi, dibattiti.

DD 1 - 300 partecipanti
scuola Monterumici - una festa incontro genitori-insegnanti del circolo e personale della scuola dalle 17,00 alle ore 20,00 - a seguire fiaccolata per le vie del quartiere: “accendiamo una luce sulla scuola” arrivo ai giardini dell’ ex-velodromo, con momento conclusivo e pizzata

DD 3 - -250 partecipanti
alla scuola Avogli dove sono confluite le Manzolini e le XXI Aprile
Laboratori- buffet ed allestimenti culinari – balli musica dal vivo e animazione di danze tradizionali - "Uno sguardo al cielo" col telescopio - una fiaba per tutti

DD 5 - 300 partecipanti
dalle 16,30 alle 19 assemblea alla scuola Costa, poi tutti in corteo, guidati da un gruppo di percussionisti, alla Scuola Piaget, con iniziative fino alle 24 con uno “sportello d’informazione”, laboratori ludico-didattici per i bimbi, proiezione film

DD 8 scuola Cremonini Ongaro - 200 partecipanti
assemblea+ partita di basket genitori-insegnanti vs bambini

DD 8 scuola Fortuzzi - 200 partecipanti
Assemblea + festa con percussionisti

DD 10 - 500 partecipanti
Don Bosco - 16,30-20,30: animazione per bambini, spettacoli, musica -attività di laboratorio - merenda insieme - un gruppo musicale.
Giordani - 16,30-20,30: spettacoli per bambini con giocolieri
Mattiuzzi - 16,30-23 + 18,30-19: Matteo Belli, maghi e musicisti, film “L’amore che non scordo”

DD 11 Lipparini - 200 partecipanti
-"abbraccio alla scuola che vogliamo difendere " tipo catena umana che circondi l'edificio - intervento di un attore del Teatro Testoni - pic-nic nel parco e "passeggiata" con striscioni e torce elettriche insieme alle scuole IC 14 per raggiungere l'assemblea presso la sala del Q.re Borgo Panigale. Lungo il tragitto canzoni e torce elettriche

Scuola elementare 2 agosto non pervenuto
un'assemblea
Scuola A. Moro non pervenuto
assemblea dei genitori mentre gli insegnanti hanno guidato attività espressive e ludiche con i bambini

DD 13 500 partecipanti
Esibizioni/Laboratori - Cena a buffet - Gruppi di lavoro sul decreto 137 - Letture di opere riferite alla scuola – film - Dibattito a tema

PROVINCIA

IC Bazzano e Montveglio - 300 partecipanti
Anche le scuole elementari di Bazzano e Monteveglio aperte fino
alle 11 di sera. alle ore 20.30, alla Rocca di Bazzano, Consiglio Comunale straordinario sulle problematiche della scuola. Il Consiglio è aperto alla cittadinanza.

Calderara - 300 partecipanti
assemblea - 2 concerti- film - pertinente ai contenuti della manifestazione-permanenza notturna

Casalecchio - 3000 partecipanti
7 cortei, da tutte le scuole fino a piazza del popolo

Castel S. Pietro - 200 partecipanti
cena- spettacolo - gruppo musicale - comico

Castelmaggiore-non pervenuto
Scuola primaria Curiel - dalle 18 alle 20 manifestazione teatrale e un girotondo che vuole simboleggiare l'"abbraccio" della nostra scuola pubblica

Crespellano - 400 partecipanti
una assemblea-festa: la festa iniziata a Calcara con l'occupazione della passerella pedonabile con disegni e striscioni fatte sul posto insieme ai ragazzi e ai genitori + caldarroste - alle 6 e mezza spostati tutti a Crespellano alla scuola elementare, che si trova in piazza, per far festa tutti insieme.

Funo di Argelato - - 350 partecipanti
spazio informativo, spazio per balli di gruppo, l'angolo del rinfresco offerto dagli anziani del centro - spazi gestiti dai genitori e dal gruppo docenti della Scuola dell'infanzia di Funo -
Scuola Elementare "G. Falcone" - Funo (IC Argelato)

Marzabotto - 300 partecipanti
assemblea alla scuola elementare di Marzabotto cpl dove sono confluite le altre due scuole elementari, le tre scuole materne + la scuola materna di Pioppe di Salvaro, la scuola media, le altre svariate scuole di Grizzana e di Vergato.
Anche i Comuni di Marzabotto, Grizzana e Vergato hanno aderito alla "notte bianca".

Medicina - 100 partecipanti
il Comitato Genitori Scuola Pubblica Medicinese ha indetto un’iniziativa dalle ore 16.30 alle ore 21.00- punti di informazione, raccolta firme e discussione - punto ristoro merenda con nutella , torte e crescentine (contributo dei "nonni) - diverimento per i bambini con musica, truccabimbo, palloncini, clown e mago zazza... -

Monzuno non pervenuto
"Conversazione per una scuola formativa " patrocinato dal Comune, c/o sala Delegazione comunale di Vado, ore 21 con Sindaco ,Assessore alle politiche scolastiche , Pedagogista nido comunale , professore universitario

Pianoro non pervenuto

S. Giovanni in Persicelo non pervenuto
Fiaccolata per le strade di S.Giovanni di tutte le scuole del Comune

San Lazzaro - 200 partecipanti
appuntamento in piazza Bracci con musica animazione e merenda - ore 17,30 staffetta fra le scuole di San Lazzaro, con arrivo alle scuole medie Rodari in via Kennedy - ore 18 scuola materna Jussi, via Jussi 100, proiezione filmati – dalle ore 18 scuole medie Rodari, via Kennedy “aperitivo bianco” aperitivo, musica e libero confronto….
Apertura delle SCUOLE MATERNE CANOVA sempre dalle 18 in poi, con
informazione ai genitori su come saranno le scuole materne dopo l'entrata in
vigore del decreto Gelmini.

Sasso Marconi - 200 partecipanti
sit in

Tolé (Vergato) – 35 partecipanti
Hanno partecipato:
28 famigliari (20 nuclei famigliari su 39)
2 insegnanti
sindaco di Vergato
presidente di consulta di tolé

DD Zola Predosa 300 partecipanti
alle ore 17 ritrovo nel piazzale antistante il Municipio e tutti insieme per le strade che conducono alla scuola primaria Albergati - un dibattito - un laboratorio di disegno – buffet - spettacolo


SCUOLE SUPERIORI

Liceo Scientifico Copernico non pervenuto
al Copernico gli studenti hanno occupato nel pomeriggio, mentre la mattina la stragrande maggioranza degli insegnanti ha fatto lezione con una t-shirt bianca con su attaccato l'adesivo col nostro logo (il fantasmino).. Al pomeriggio durante le elezioni della componente genitori volantinato il documento uscito dall'assemblea dei docenti e ATA della scuola e informato i genitori sul dl 137 e sull'art. 64 della 133 e li


Liceo Scientifico Sabin 500
Ore 17,30 Atrio della scuola piano terra: Assemblea di insegnanti, studenti e genitori sui provvedimenti sulla scuola del Governo- laboratori - La funzione della scuola nella nostra Costituzione - Maratona della Costituzione -
film

Liceo Scientifico Keynes non pervenuto
incontro informativo serale

Liceo artistico (BO) ISART 200 partecipanti
gli studenti, i professori e il personale della scuola incontrerà genitori e cittadini per discutere e spiegare i motivi della protesta contro il decreto - Intervento di Alesssandro Bergonzoni - - cena
Belluzzi 250 partecipanti

Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Casalecchio 200 partecipanti
gruppi di lavoro tematici

Majorana S.Lazzaro 300 partecipanti
Liceo classico Galvani BO 400 partecipanti

ITC Salvemini di Casalecchio non pervenuto

Scuola alberghiera di Casalecchio non pervenuto

non pervenuto
Apertura straordinaria del centro ENEA per discutere di:
- ruolo dei precari all’interno delle attività di ricerca dell’ENEA;
- precariato nella ricerca pubblica, con riferimento alle novità contenute nell’emendamento Brunetta;
- cambiamento della scuola pubblica italiana a seguito del decreto Gelmini.

VAG61: Ore 16,30 MERENDA BIOLOGICA E ASSEMBLEA ANTI-GELMINI
non pervenuto


Hanno aderito le seguenti Amministrazioni comunali:
Casalecchio, Monzuno, Marzabotto, Grizzana, Vergato ed il sindaco di diversi Comuni della provincia.

mercoledì 8 ottobre 2008

Una notte per la scuola pubblica




Anch'io, la mia famiglia, la mia scuola e la scuola della mia famiglia, tutti quanti noi aderiamo e appoggiamo l'iniziativa di lotta e di protesta una notte per la scuola pubblica.

giovedì 2 ottobre 2008

Nostalgia delle gerarchie rigide?

"- Maestro, ho una cattiva notizia.
- Non esistono notizie buone o cattive, ma soltanto notizie ...
"

Il ricordo del passato genera di per sé un affettuoso rimpianto e, almeno nella letteratura, si dice che anche la memoria del dolore ha qualcosa di dolce. Non trovo altra giustificazione se non questa per il favore, pur contenuto, con il quale è stata accolta la proposta del mimistro della P. I. di restaurare nella scuola elementare la figura del maestro unico (o della maestra unica, come si dice talvolta con un mal celato sessismo). Forse non è stata dolorosa per tutti quanti noi l'esperienza di essere posti da bambini sotto una tutela illimitata e senza restrizioni, alla custodia di uno sconosciuto, al quale era dovuta obbedienza anche quando dava prova di incompetenza, o perfino di crudeltà inutile e ottusa. Una volta che si sia però superato l'inganno iniziale, una volta che abbia separato il mio ricordo reale dell'insegnante elementare dall'immagine mielosa e rassicurante, stucchevolmente paternalista, degli sceneggiati televisivi, risulterà evidente a tutti noi che non vogliamo per i nostri bambini il maestro unico nella scuola elementare.

Sarebbe sufficiente, basta così, non si fa e tanti saluti. Tuttavia poiché nel disegno dei governanti, e dei poteri che governano i governanti, si delinea verosimilmente un progetto più ampio, che non investe solo il numero degli insegnanti e il possibile risparmio da riduzione di organico, conviene spingere la riflessione nel campo specifico della didattica e cercare di comprendere perché il restauro di figure verticali e autoritarie nelle primarie e nella scuola in genere deve essere considerato non solo doloroso per gli scolari, ma anche dannoso per il loro processo di crescita e inadatto ai loro specifici bisogni formativi.

Semplificando, possiamo arrivare ad affermare che nel ventesimo secolo, almeno fino ai grandi processi di modernizzazione degli anni '60, gli obiettivi primari dell'istruzione (alfabetizzazione del paese, acquisizione di una lingua d'uso comune, autopercezione del sé in una comunità di cittadini, lavoratori etc.) potevano essere perseguiti attraverso modelli didattici verticali e transitivi. La principale ragione per cui quella scuola elementare funzionava, nel senso che effettivamente i bambini imparavano la scrittura, la morfologia del paese, l'aritmetica, si trova probabilmente nel fatto che il rapporto gerarchico e univoco che legava gli scolari alla maestra riproduceva in forma simbolica (cioè didattica) i rapporti reali sui quali si declinava l'intera società. Nella famiglia c'era il capo-famiglia, in fabbrica il responsabile della linea di produzione, in ufficio il dirigente, in parrocchia, in questura, in caserma ... insomma, non c'è bisogno di dirlo. Per provare a rappresentare mentalmente quanto i rapporti gerarchici autoritari fossero considerati accettabili e in certa misura formativi è sufficiente pensare a che cosa è stato il servizio militare per tutti gli uomini della mia generazione. Le linee di forza della società erano dunque prevalentemente verticali e autoritarie - e si esprimevano talvolta in relazioni assurdamente violente e degradanti -, ma ciò che più conta e che tale configurazione restava cristallizzata per l'intera durata dell'esperienza sociale perché i paradigmi su cui si fondava non erano soggetti a trasformazione. La critica dell'autorità era socialmente vietata. Senza entrare nel merito se vivere in tale società fosse divertente o se quel modello di democrazia fosse effettivamente capace di offrire ai cittadini reali opportunità di autorealizzazione, dobbiamo comunque almeno ammettere che l'istruzione primaria, pur perseguendo l'obiettivo di base dell'alfabetizzazione, eludeva completamente qualsiasi reale compito culturale. Quelli di noi che hanno visto da bambini un museo, quelli che hanno visto Firenze, Siena o Venezia, quelli che hanno visto un libro, un film, una biblioteca, lo hanno potuto fare soltanto se si trovavano all'interno di famiglie in cui questi strumenti culturali erano già operanti.


"- La notizia è che Tai-Lung è scappato dalla prigione e sta venendo qui.
- Questa è una cattiva notizia ..."


Tuttavia, per quanto ottusa e autoritaria, la scuola elementare del ventesimo secolo rispondeva almeno in parte ad alcuni bisogni fondamentali della società. Era uno strumento di conservazione o, per meglio dire, una grande macchina di riproduzione sociale, capace cioè di ri-produrre una società identica a se stessa, gerarchica, rassicurante e produttiva. Oggi le cose sono molto diverse. Se prima i rapporti sociali erano definiti da gerarchie stabili, oggi prevalgono modelli flessibili. L'autorità del padre opera nella famiglia solo in relazione a determinati compiti, mentre rispetto ad altri emergono nuove soggettività, che vedono al centro i figli o le madri, ma anche le badanti o i nonni, anche rispetto a istanze di importanza primaria, quali l'implementazione delle tecnologie o l'acquisizione di un corredo culturale (oltre che, come è ovvio, il reperimento delle risorse economiche). Se questo vale per la famiglia, tanto più esso è vero per il mondo del lavoro, per le organizzazioni politiche, nei settori specifici della comunicazione, dell'educazione, dell'innovazione e della ricerca. Il modello di organizzazione che prevede un vertice stabile e rapporti verticali immutabili si è rivelato progressivamente inadeguato a rispondere ai problemi complessi che la società moderna (cioè la società della comunicazione, dell'educazione, dell'innovazione e della ricerca) ripresenta continuamente in modo imprevedibile. Si sono invece ovviamente rivelati più pronti a risolvere la complessità i sistemi a organizzazione flessibile, dalla famiglia alle multinazionali, capaci di adottare sempre nuove configurazioni di fronte a nuove difficoltà. Quando ciascuno dei membri un'organizzazione, ciascuno degli elementi di un sistema complesso è capace di adottare relazioni differenti e nuove, non sulla base di ciò che presume di sé, o di quello che si aspetta dagli altri per ambizione o abitudine, ma primariamente sulla base dell'obiettivo che tutti i membri condividono, il sistema nel suo complesso è pronto a cambiare continuamente configurazione. Tale disposizione al cambiamento, per cui il primario impara dallo specializzando, il manager dal tecnico, il professore dallo studente, è in sintesi il carattere essenziale della modernità.


"- Questa è una cattiva notizia solo se tu non credi che Poo sia il Guerriero Dragone."

Riportiamo infine la riflessione al tema del maestro unico nella scuola primaria. Ci sono, come è ovvio, diverse ragioni per essere contrari, ragioni che hanno trovato nei giorni scorsi molteplici formulazioni, la maggior parte delle quali consiste più o meno nel chiedersi in che modo mai una riduzione delle risorse impiegate nella scuola, un taglio, possa in qualche modo rappresentare un miglioramento o un'innovazione. La domanda è in questi termini appropriata e la risposta non può essere altro che negativa: la riduzione di spesa non può in nessun caso tradursi in miglioramento o innovazione. Mi sembra però che l'idea del maestro unico, cui affianco volentieri il ritorno dei voti nella suola media e l'introduzione del cinque in condotta, sia sostenuta da una visione complessiva della scuola e dell'insegnamento come di un luogo nel quale debbano senz'altro prevalere rapporti gerarchici e verticali. Da genitore sono portatato a credere che i moduli disciplinari nella scuola elementare servano principalmente a permettere a ogni maestro di conoscere meglio i contenuti della disciplina che insegna e da profano posso essere portato a credere che, trattandosi di contenuti elementari, non sia necessario un'alto livello di specializzazione e che il maestro quindi possa insegnare contemporaneamente argomenti di discipline diverse: le divisioni, la poesia e i piegamenti sulle ginocchia. Tuttavia appena spingo un po' più in là la mia riflessione, se rifletto, per esempio, sul titpo di difficoltà che ho avuto come genitore ad affiancare mio figlio durante i compiti, se provo non solo a pensare a una conoscenza, ma a progettare un percorso cognitivo praticabile per un bambino di sei o sette anni, mi risulta allora chiaro quanto è complesso il lavoro dell'insegnante e quanta parte di esso sia costituita dall'autoformazione e dalla programmazione. La didattica modulare - nell'ordinamento attuale - prescrive agli insegnanti di progettare in gruppo i percorsi disciplinari, permette di condividere le esperienze formative, consente infine di valutarne l'efficacia o la congruenza rispetto ai bisogni specifici dei bambini. In questo modo - solo in questo modo - nella scuola primaria è possibile mettere in atto modalità di relazione non verticali, auoritarie e incontrovertibili, ma orizzontali, cooperative e flessibili, nelle quali tutti i soggetti coinvolti (insegnanti, alunni, genitori, esperti del territorio) trovano il modo di esprimere democraticamnete le loro aspirazioni complessive.

L'insegnante - nella visione del ministro - è il soggetto di un'operazione transitiva di cui l'alunno è l'oggetto, ovvero l'insegnante trasmette un sapere di cui è detentore, i contenuti delle discipline, a un insieme atomizzato di alunni che lo riceve, lo assume in sé, senza riconiugarlo all'interno della classe in un complesso di relazioni reciproche. Il maestro unico, dietro la porta chiusa della sua aula, è l'ultimo detentore di un potere ottocentesco, che non può esprimere altro che atraverso l'esercizio arbitario dell'autorità e un assurdo protocollo di premi e punizioni, che il inistro allo scopo rispolvera dall'armadio della cancelleria. Si dissolve il carattere collegiale della scuola, si nega spazio alla programmazione congiunta, anzi, a dirla tutta, si nega spazio a qualunque forma di programmazione, perché il sapere è dato una volta per tutte e nella scuola non lo si elabora, non lo si accresce: se ne dà tutt'al più "una continua e sublime ricapitolazione".

martedì 9 settembre 2008

ἀνθρώπῳ δαίμων

Ho fatto una prova: cercare con google le parole del titolo immesse in codifica unicode e la ricerca di - ἀνθρώπῳ δαίμων - ha prodotto circa trecentodieci risultati.

Per assicurarmi "che tutte le parole siano state digitate correttamente" provo con "anthropo daimon" (che non mi sembra molto corretto) e trovo non meno di millecinquecentosessanta risultati (tra cui, spero, anche questo blog).

Vorrei che si diffondesse il greco politonico unicode, che tra filosofi e grecisti non sembra trovare ancora un uso corrispondente all'evidente vantaggio che esso offre: visualizza la lingua greca in greco nelle pagine web, nella posta elettronica etc. Per questo motivo metto qui il link a una paginetta che avevo preparato per insegnare a scrivere in greco ai miei studenti di ginnasio, ma che può fornire un piccolo aiuto anche ad altri.

In ogni caso grazie a questo post il fr. B119 di Eraclito ha goduto della sua trecentoundicesima menzione.