domenica 23 novembre 2008

La lotta paga, ma non bisogna fermarsi

di Giovanni Cocchi

DA DOVE SIAMO PARTITI
(D.L. 137 e piano programmatico):
In agosto il governo, in nove minuti, approva la finanziaria Tremonti, decidendo che alla scuola vengano sottratti 8 miliardi di euro e 130.000 tra insegnanti e bidelli. Gelmini ha il compito di individuare il modo di fare cassa.
Il primo settembre Gelmini ha svolto il suo compito e lo presenta al Governo che lo approva: grazie al decreto legge 137 la scuola elementare (tutte le classi) verrà portata a 24 ore e con un unico maestro.
Per "condire" ed "addolcire" il tutto inizia la campagna mediatica sulla positività di un'unica figura di riferimento, dei grembiulini e tutto il resto.
Questo decreto apre la strada ad ulteriori provvedimenti, contenuti in una bozza di piano programmatico: materne anche solo con orario antimeridiano, aumento del numero massimo di alunni per classe, sparizione dell'insegnante specializzato di inglese (riconvertendo tutti i maestri con un corsetto di 150 ore), piani di studio "semplificati" (cioè più poveri), chiusura delle piccole scuole di montagna....
Dall'apertura dell'anno scolastico iniziano le proteste, prima di genitori ed insegnanti delle elementari, poi di liceali e universitari dell' "Onda".
COSA ABBIAMO OTTENUTO (Legge 169 e nuovo piano programmatico):
Il decreto legge viene convertito in legge (n.169) tra le proteste, ma con significative variazioni, frutto delle nostre lotte:
La scuola elementare a 24 ore è prevista solo per le prime classi e scompare la possibilità di una scuola materna solo mattuttina.
Contemporaneamente viene rimandata la norma sulla chiusura delle piccole scuole e fermati (sospesi?) i tagli all'Università.
Ma le proteste non si fermano, così arriva la bozza di un nuovo piano programmatico nel quale sono previsti per la scuola elementare più modelli orari e viene esplicitamente detto che non ci saranno forme di doposcuola a pagamento e neppure gestite da educatori, ma che le 30 e 40 ore dovranno essere assicurate dai maestri statali di ogni scuola.
Ma le proteste non si fermano e così arriva la terza bozza (http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/bollet/200811/1118/html/07/allegato.htm) che dovrebbe essere approvata giovedì prossimo.
In tale bozza addirittura il maestro unico e le 24 ore (cioè quello che doveva essere la legge per tutte le classi secondo il DL 137, poi la legge solo per le prime classi nella Legge 169) diventano solo "una possibilità che può essere richiesta dalle famiglie", cioè i modelli scuola ufficiali restano le 27/30 ore ed il tempo pieno con due insegnanti (ma più sotto vedremo di che tempo pieno si tratta), ritorno del maestro specializzato in inglese (questa presenza di un'ora insieme al maestro di religione per due ore, secondo loro, porterebbe ad un maestro "prevalente" e non più unico...), mantenimento dell'attuale numero di insegnanti di sostegno, aumento del numero minimo di alunni per classe (cioè per formare una classe) e non più massimo (cioè sventate classi con anche 30 e più alunni).
A CHE PUNTO SIAMO
Come è evidente siamo a buon punto, rispetto alla situazione di sfascio totale iniziale, ma....
rimangono inalterati gli obbiettivi della finanziaria (risparmio di 8 miliardi sulla scuola) e, per quanto riguarda il tempo pieno l'indicazione dell'abolizione delle compresenze (senza le quali, ndr, non si può parlare di tempo pieno con uscite, recupero, ecc. ma solo di 40 ore a scuola).
La domanda legittima è: ma allora da dove li prenderanno quegli 8 miliardi? Dalle medie/superiori, dal Sud (indirizzando/imponendo là la domanda di 24 ore?). Non certo dalle private a cui è già stato assicurato che i loro tagli verranno reintegrati.
Infine (?) rimane sul campo l'indicazione (per ora solo una mozione, ma sulla quale ancora ieri Berlusconi si è dichiarato d'accordo nel portare avanti) delle discriminatorie classi-ponte per gli immigrati.
COME ANDARE AVANTI
Con una corretta informazione, raggiungendo chi ancora non è stato raggiunto (penso ad esempio alle scuole materne, solo in parte mobilitate), informando quello che la mobilitazione ha già ottenuto e quello che deve ancora ottenere, ricordando che anche con la Moratti e col Governo Prodi i tagli previsti dalle finanziarie, seppur già leggi, furono poi di fatto sospesi in seguito a forti battaglie per l'ottenimento degli organici (cioè degli insegnanti). E con la consapevolezza che se in una scuola saranno richieste 24 ore da parte di 15-20 genitori, si formerà una prima a 24 ore e ci saranno conseguenze anche per le altre classi (ad esempio cambio di insegnanti perchè l'individuazione dell'insegnante in più "soprannumerario" determinerà un rimescolamento degli insegnanti sulle classi; ad esempio perdita di ore di compresenza, ecc.).
E se la finanziaria non cambierà è proprio la battaglia sugli organici il prossimo lunghissimo fronte che ci aspetta.
Cioè:
1. PREISCRIZIONI (dicembre/gennaio o febbraio/marzo se verranno rinviate): bisogna che l'offerta formativa che le scuole presenteranno alle famiglie per le nuove iscrizioni siano le 30 e le 40 ore con le compresenze. L'offerta formativa viene deliberata (decisa) dal Consiglio d'Istituto sulla base della proposta del Collegio dei Docenti (il Dirigente scolastico può pensare quello che gli pare, indirizzare, minacciare, ecc. , ma non ha potere deciusionale). Perciò occorre premere sui Collegi e sui rappresentanti dei genitori eletti nei Consigli d'Istituto e di Circolo affinchè dichiarino di mantenere l'organizzazione attuale giudicandola la migliore per l'istruzione e la formazione dei bambini.
Occorre dare battaglia agli "Open day", cioè nelle riunioni di presentazione delle scuole: a quelle riunioni vanno tutti i genitori, anche quelli non ancora raggiunti da una corretta informazione e tutti ansiosi di scegliere il meglio per i loro figli. Bisogna saper spiegare anche a chi ha difeso istintivamente o per convinzione politica la riforma Gelmini che meno tempo scuola, un solo insegnante e programmi ridotti non sono certo il bene dei loro figli. Bisogna far vedere una forte determinazione al Dirigente perchè si attivi per richiedere con forza l'organico necessario.
Se il modulo per le preiscrizioni non tiene conto delle esigenze, va accompagnato da un modulo integrativo (che predisporremo) nel quale richiedere modulo e tempo pieno con le compresenze.
La pressione sarà ancora più forte se anche chi è già iscritto farà protocollare alla propria scuola la richiesta di mantenimento integrale del modello scolastico scelto e concordato con la scuola al momento dell'iscrizione in prima negli scorsi anni.
Insomma, le preiscrizioni devono diventare il "Referendum" contro le 24 ore ed una scuola povera e a favore di una scuola di qualità.
2. LOTTA PER GLI ORGANICI: a primavera verrà richiesto dai Dirigenti l'organico "di diritto". Occorrerà che i Consigli d'Istituto (e i Comitati dei genitori, gruppi di genitori, ecc.) vigilino perchè sia inviata come richiesta quanto necessario per soddisfare le richieste dei genitori (e non del Ministero, da cui è facile immaginare verranno pressioni e indicazioni al ribasso).
In estate e all'inizio della scuole occorrerà organizzare la pressione per avere quanto eventualmente (sicuramente) tagliato; è così da almeno 10 anni a questa parte; anche quest'anno gli insegnanti in meno sono stati integrati solo dopo le prime settimane di scuola, a seguito di una forte pressioni dei genitori e dei sindacati.
Infine questa lunga lotta che si svolgerà passando in gran parte per le sedi "istituzionali" (scuole, Dirigenze scolastiche regionali e provinciali, ecc.) va accompagnata e rafforzata ancora e sempre da manifestazioni dal basso, di vario tipo, per far vedere che non molliamo e vigiliamo, che vogliamo il ritiro degli 8 miliardi di tagli, l'unica dimostrazione vera che il governo ha deciso di annullare (e non solo sospendere aspettando tempi migliori e che noi ci sgonfiamo): ieri sono state le manifestazioni di piazza e le notti bianche, oggi le lezioni in piazza... Abbiamo già prossimi appuntamenti (il 29 con i ricercatori in Piazza Maggiore, il 19 dicembre con la Guzzanti....) e ne costruiremo altri, anche più riflessivi sui voti, sulla scuola che vogliamo, su cosa c'è veramente da cambiare per migliorare la scuola che abbiamo e che certo non è perfetta, figurarsi coi tagli....
CONCLUDENDO: abbiamo già ottenuto tanto, ma c'è ancora molto da ottenere e se molliamo rischiamo di perdere anche quello che abbiamo finora ottenuto (per dirla in termini scolastici: avete presente le vittorie di Pirro?).