sabato 26 maggio 2012

casa di mia madre

Non ci vado più a casa di mia madre che ha un cancello un giardino e un tetto proprio come ogni casa dovrebbe avere
L’infanzia è trascorsa in solitudini interminabili e silenziose
Il bambino ha esplorato ogni pianta e ogni vena del marmo e ogni piccolo pezzo di muro e adesso la casa è rimasta uguale a quei giorni per l’incantesimo della fata buona mentre
Intorno si innalzano i pezzi -prodotti - residui di un presente assurdo
È una casa fossile
Se c’è una cosa di cui ho rimpianto è quella solitudine interminabile e silenziosa
Non ci vado più solo qualche volta nei sogni che durano poco - appena prima del risveglio - che sono pieni del presagio del ritorno
 Le immagini sono opere di Michael Case e portano tutte il titolo Areaofinterest, tratte da http://areaofinterest.com/

giovedì 3 maggio 2012

30 settembre 1944


Cimitero di Casaglia, Monte Sole

"Ero padre di undici figli, nel luglio del 1944, quando dalla casa paterna, il fondo Casoni, situato vicino alla ferrovia e alla strada provinciale, sfollammo a San Martino, luogo che ci sembrava più sicuro. I miei figli Ardilio e Martino erano prigionieri dei tedeschi; il primo a Cefalonia poi in Jugoslavia, il secondo in Germania. Antenore, un altro dei miei figli, reduce dalla Russia, fu rastrellato nella zona partigiana di monte Sole e finì in un lager dell’Ungheria.
La mattina del 29 settembre 1944, quando iniziò a Quercia il rastrellamento tedesco, noi uomini fuggimmo, per paura di essere presi e deportati. I fatti dei giorni precedenti, ci dicevano che i tedeschi andavano in genere alla caccia di uomini validi e fra questi c’erano state delle fucilazioni; ma per le donne e i bambini eravamo tranquilli perché fino allora non li avevano toccati. La prima squadra dei tedeschi che passò non fece nulla, ma il giorno dopo un’altra squadra, con intenzioni ben diverse, prese tutti quelli che poterono, li misero contro la casa del Parroco di San Martino e li fucilarono con le mitraglie; poi bruciarono i corpi con delle fascine imbevute di benzina.
Chiesa di Casaglia, Monte Sole

(…) Nel massacro perdetti mia moglie Ester, le mie figlie Fidelina e Malvina, che avevano venti e quindici anni, mio figlio Dante di diciotto anni; le mie nuore Anna Naldi, Elisabetta Salvadori, Anna Ventura, i tre nipotini Claudio, Anna e Franco, rispettivamente di due, tre anni e quaranta giorni. Dopo questa strage della mia famiglia, non mi sono più sentito di amare la Madonna e il Signore. Ho fatto scolpire in una lapide di marmo i raggi del sole con due angioletti che pregano, perché da quel momento il sole (la luce) rappresentano per me l’unica fede. Questa lapide scolpita resterà a ricordo per sempre nella casa paterna di fondo Casoni".

Testimonianza di Dulio Paselli, prtigiano della Stella Rossa, in: Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. V, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1980, tratto da http://certosa.cineca.it/montesole/index.php